Gioele
Che cos’è l’autismo?
Domanda difficile per uno che, come me, non ha neanche mai visto Rain Man.
Mi ritrovai per caso a parlarne con un’amica, e siccome nulla avviene per caso, lei mi parlò a sua volta di un’amica, mamma di un bambino autistico.
In un pomeriggio ancora caldo di fine agosto, nel parco giochi semideserto, ti ho visto.
Gioele, un bambino come tanti, magari un po’ cresciuto per lo scivolo e l’altalena, un sorriso furbetto in faccia.
Da quel giorno ha avuto inizio la nostra amicizia e il mio dialogo con l’autismo, quella strana presenza che ti abita. Da quel giorno sei cresciuto, ti sei aperto a me e alla mia famiglia, sei diventato un prezioso compagno di giochi per mia figlia Syria ma, soprattutto, sei diventato ispirazione e co-autore di questo nostro libro.
“Chi lo avrebbe mai detto che un bambino autistico fosse capace di tanto”, sarà il pensiero di molti. Forse, Gioele, potrai essere un esempio, un raggio di luce per chi tutti i giorni si arrampica sulla cima dell’autismo per ricominciare la scalata il giorno dopo e quello dopo ancora.
Forse, con questo libro stupiremo qualcuno.
Non so se questo lavoro soddisferà la mia domanda di partenza, non so se sono arrivato alla fine di un percorso o se questo è solo l’inizio. Certamente, oggi, ho imparato qualcosa di più. So, per esempio, che tu non saresti il mio Gioele, senza quel folletto che ospiti dentro. So che a volte mi sembri strano, ma tante altre riesci a commuovermi e farmi ridere.
Spesso, mi hanno chiesto cosa tu rappresenti per me.
Ecco, Gioele, io ci ho pensato molto, ma alla fine credo che ci sia una sola risposta: tutto, fuorché un soggetto da fotografare.
What is autism?
A difficult question for someone who, like me, has not even watched “Rain Man”.
By chance I found myself talking about it with a friend, and since nothing happens by chance, she told me in turn about a friend, a mother of an autistic child.
One afternoon in late August, still a hot one, in the almost deserted playground, I saw you.
Gioele, a children like many, maybe a bit too grown up for the slide and the swing, a sly smile on your face.
On that day our friendship began and so did my dialogue with autism, the strange presence that inhabits you. Since that day you have grown up, you have opened up to me and my family, you have become a precious playmate for my daughter Syria but, above all, you have become the inspiration and co-author of our book.
“Who would have guessed that an autistic child could accomplish so much”, many are going to think. Perhaps, Gioele, you can be an example, a ray of light for those who every day have to climb on top of autism, only to start climbing again the next day and the one after that.
Perhaps, with this book we are going to surprise someone.
I have no idea if this work is the answer to my initial question, I have no idea if I am at the end of a path, or if this is just the beginning. For sure, today, I have learned something more. I know, for example, that you would not be my Gioele, without that imp that you have as a guest inside. I know that sometimes you seem strange to me, but many other times you move me and make me laugh.
I have been often asked what you represent for me.
Well, Gioele, I have given much thought to this matter, but in the end I believe there is only one answer: everything, but not a subject to photograph.